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Diversamente C.H.E.F: pasta con patate e cozze 2.0

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Rigatoni blu che rievocano il mare per una rivisitazione della tipica ricetta pugliese

Tra le numerose ricette della ricca tradizione italiana, una delle più antiche è sicuramente la pasta con patate e cozze. Come molte altre specialità della nostra cucina anche questo primo piatto affonda le sue radici nella notte dei tempi, quando costituiva una delle tante pietanze povere legate alla tradizione contadina. Una consuetudine che in questo caso si è fusa con le abitudini alimentari dei pescatori delle nostre aree costiere dando origine a quello che oggi potremmo definire come “un primo di mare e di terra”.

Una delle regioni italiane nelle quali la pasta con patate e cozze è particolarmente diffusa è la Puglia dove la troviamo spesso anche nella variante  a base di riso (nel classico sformato cotto al forno) o in quella con i cavatelli  e, naturalmente, con le immancabili orecchiette.

Sulla storia della pasta con patate e cozze esistono diverse versioni e tra le più accreditate vi è quella secondo la quale l’origine di questo piatto è legata all’esigenza delle famiglie contadine di utilizzare ingredienti semplici e a basso costo per  allestire  il pranzo e la cena. Inizialmente sembra venissero usate solo la pasta mista (nei vari formati scovati nella credenza) e le patate, e solo più tardi vennero aggiunte le cozze, recuperate dai mariti a bordo delle barche dopo che i prodotti di prima scelta erano stati inviati ai banchi di pesce del mercato.

In questa ricetta proponiamo una innovativa versione gourmet della pasta con patate e cozze, realizzata con i rigatoni blu i cui cromatismi evocano subito il colore del mare, e al cui interno troviamo le cozze incuneate nella pasta come i preziosi datteri di mare che scavano il loro habitat erodendo la superficie degli scogli: a proposito di questi  molluschi ricordiamo che sono tassativamente proibiti per l’uso alimentare e vanno lasciati in fondo al mare, sia  per non compromette il delicato equilibrio dell’ecosistema marino sia per evitare sanzioni molto onerose. Per le patate la scelta è caduta su quelle americane (dalla tipica colorazione arancione) trasformate in una purea che conferisce un singolare contrasto cromatico alla composizione.

Per quanto riguarda la tinta della pasta va sottolineato che non abbiamo utilizzato alcun colorante artificiale, come ad esempio quelli solitamente usati in pasticceria (regolarmente conformi alle norme comunitarie), ma un prodotto naturale al 100% rappresentato dalla polvere di alga spirulina, il cui utilizzo alimentare risale addirittura all’epoca dei Romani, oltre ad essere presente anche nella dieta delle civiltà precolombiane come testimoniano alcune note presenti nei diari di bordo di Hernán Cortés risalenti all’epoca della sottomissione dell’impero azteco alla corona di Spagna.

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