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Bona Calvi

Un viaggio nel mondo di Bona Calvi

Le sue mini-sculture in bronzo diventano il regalo perfetto

Le passioni molto spesso si scoprono per caso, per un incontro fortuito o una decisione presa senza rifletterci troppo. Se poi quelle passioni si trasformano in un piccolo successo, che a sua volta diventa un vero e proprio lavoro, allora forse si può dire di aver trovato la propria strada nella vita. È questa l’impressione che si ha guardando seduta al banco di lavoro Bona Calvi, giovane milanese classe 1989, che realizza a mano piccoli gioielli in bronzo, oro e argento.

Lei attribuisce la sua bravura – immeritatamente ridimensionata con la frase “ma sì, con un po’ di pratica possono farlo tutti” – agli studi condotti presso la Scuola Orafa Ambrosiana di Milano; ma la realtà è che dietro i minuziosi dettagli che caratterizzano le sue micro-sculture si leggono tutta la passione e la dedizione che soltanto un vero artista sa mettere in ogni cosa che fa. Ogni nuova miniatura di Bona Calvi nasce da un anonimo rettangolo di cera sintetica blu, che sapientemente viene lavorato e scolpito fino a prendere vita. Sono gli animali il soggetto preferito di Bona: dai ciondoli con una minuscola giraffa, o un ippopotamo perfettamente riprodotto; all’anello con il polpo – una delle sue prime creazioni – con la balena, con il bradipo. Un piccolo zoo di bronzo in continua espansione, a cui si aggiungono i progetti realizzati su richiesta.

 

 

“Da sempre ho una passione per l’artigianato e i lavori manuali”, spiega Bona “ormai sono sei anni che faccio questo lavoro e la cosa che più mi appaga e rende felice è quella di essere in grado di suscitare emozioni negli altri. Quando mi scrivono felici perché hanno ricevuto in regalo una mia miniatura, allora capisco di aver raggiunto il mio obiettivo”. Un’empatia, quella di Bona, che le si legge negli occhi; che si vede nelle sue dita che sfiorano la cera e gli attrezzi da lavoro con una naturalezza che fa sembrare tutto facile. Perché proprio in questo risiede la vera abilità degli artisti: far sembrare semplice ciò che non lo è, far sembrare quasi scontate lavorazioni e processi che vantano secoli di storia, immutati nella loro bellezza.

Dietro questi piccoli capolavori di artigianato non si cela soltanto l’abilità di Bona Calvi: una volta infatti che lei ha plasmato la cera, i modellini passano nelle mani di un fonditore, che realizza lo stampo in gesso per poi colarvi il metallo e dar vita al prodotto semi-finito. È un processo che avviene sostanzialmente a Km 0, considerato che proprio dietro al suo laboratorio (situato in via Stampa, 8) vi è un intero complesso di artigiani specializzati. “Il loro lavoro è fondamentale”, spiega Bona “le loro abilità costituiscono un vero e proprio tesoro da custodire e tramandare”.

 

 

L’incontro con Bona Calvi mi ha fatto entrare in un mondo senza tempo, dal valore inestimabile. Un valore non dato tanto dalla preziosità del metallo, ma piuttosto dalla cura e dall’abilità che sono in grado di plasmarlo. Il lavoro di Bona non è un perfetto esempio dell’artigianato italiano, un patrimonio che spetta a noi custodire e tramandare e che nessun robot o intelligenza artificale potrà mai sostituire.

Beatrice Anfossi

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