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No War Factory crea accessori riciclando ordigni bellici inesplosi

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Bombe trasformate in gioielli e gadget, la geniale idea di riciclo di No War Factory

Luxury prêt-à-porter è alla costante ricerca di realtà innovative che abbiano una storia da raccontare: questa volta abbiamo deciso di presentarvi un brand fuori dal comune, che ha saputo costruire la sua identità intorno a un’intelligente idea di riciclo. Stiamo parlando di No War Factory. Dietro a quelli che all’apparenza potrebbero sembrarvi semplici accessori, si nasconde una storia inaspettata: No War Factory trasforma residui di ordigni bellici in deliziosi gioielli da indossare!  

“La Piana delle Giare” in Laos è ancora cosparsa da ordigni e si stima che lavorando al ritmo attuale, saranno necessari altri 125 anni per il completo sminamento del Paese. È così che ha preso vita il progetto No War Factory: la popolazione del villaggio della Piana delle Giare realizza utensili di uso comune e bracciali, riciclando l’alluminio ricavato dagli scarti degli ordigni.

No War Factory nasce nel giugno 2017 dal desiderio di Massimo Moriconi e sua moglie Serena Bacherotti di creare un’impresa che potesse portare lavoro in Laos e fondarsi su principi produttivi etici. Dal 2010 Massimo e Serena hanno svolto una serie di spedizioni e portato il loro aiuto concreto in diverse zone del sud est asiatico, cooperando con varie associazioni internazionali di volontariato. La collaborazione con l’associazione canadese “Adopt a Village in Laos” per lo sviluppo di progetti umanitari nei villaggi rurali, li porta in contatto con questo sfortunato territorio, il Laos, il paese che vanta il drammatico primato di luogo più bombardato del pianeta.

Tra il 1964 e il 1973, la zona del Laos denominata come “Piana delle Giare” fu pesantemente bombardata dalle forze aeree statunitensi che operavano contro le forze comuniste del Vietnam del Nord e del Pathet Lao. Furono sganciati 262 milioni di bombe a grappolo antiuomo. Si stima che 80 milioni di queste non siano esplose e rappresentino attualmente una minaccia mortale per la popolazione. La grande quantità di bombe inesplose nell’area, in particolare le munizioni a grappolo, limita la libertà di movimento e ovviamente la lavorazione agricola del territorio. 

“La Piana delle Giare” in Laos è ancora cosparsa da ordigni e si stima che lavorando al ritmo attuale, saranno necessari altri 125 anni per il completo sminamento del Paese. È così che ha preso vita il progetto No War Factory: la popolazione del villaggio della Piana delle Giare realizza utensili di uso comune e bracciali, riciclando l’alluminio ricavato dagli scarti degli ordigni. Massimo e Serena acquistano i manufatti direttamente dagli artigiani laotiani, contribuendo quindi allo sviluppo economico dei villaggi. Importati in Italia, questi manufatti vengono rifiniti e trasformati in gioielli, mediante l’aggiunta di pietre e argento, o semplicemente brandizzati No War Factory con l’intento di diffondere la conoscenza della storia di questo Paese.

Una parte degli utili ricavati ogni anno è donata a MAG (Mine Advisory Group), un’organizzazione non governativa internazionale che si occupa dello sminamento e di rimozione di ordigni inesplosi. Tutti i gioielli No War Factory sono stati certificati da una società terza come: atossici, esenti nichel e naturalmente non radioattivi. No War Factory vende direttamente i suoi prodotti esclusivamente dal proprio sito. Per il 2018 si rinnova la collaborazione con Emergency che, in occasione del prossimo Natale, venderà attraverso i propri mercati i prodotti No War Factory in 13 città italiane. I fondi raccolti saranno destinati ai progetti dedicati alle vittime di guerra in Afghanistan e in Iraq, a cui l’associazione offre cure gratuite e di elevata qualità.

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