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Come riconoscere un tessuto pregiato

tessuto

Si presta sempre molta attenzione ai colori, ai tagli e ai modelli degli abiti, dimenticando l’importanza dei filati. Ognuno di noi dovrebbe conoscere e saper riconoscere i materiali che sono alla base di ogni capo. I tessuti su Manifattura Foderami Cimmino sono un esempio di altissima qualità, realizzati a partire da un’accurata selezione delle materie prime. Scopriamo insieme quali sono i trucchi da sarta per capire se ci troviamo di fronte ad una stoffa pregiata o di dozzinale fattura!

Fibre naturali e sintetiche: come riconoscere quelle di alta qualità

Esistono diversi tipi di fibre, alcune di maggiore qualità di altre, la cui origine può essere naturale o sintetica. Il modo migliore per riconoscere la qualità dei tessuti è quello di toccarli con mano, controllando minuziosamente ogni piccolo dettaglio. È importante saper leggere anche l’etichetta che riporta la composizione e i dati essenziali del capo.

Fibre naturali più pregiate

Le fibre naturali più diffuse sono il cotone, la lana e la seta. La qualità del cotone si riconosce dalla lunghezza della fibra, che rende il capo morbido e resistente ai frequenti lavaggi. I cotoni migliori sono il Pima, il Sea Island e il cotone egiziano. Siccome la lavorazione del cotone ha un impatto ambientale non indifferente, dovete assicurarvi che riporti la certificazione GOTS (la quale attesta che un filato è stato prodotto in modo sia etico che sostenibile). Infatti, per indossare un capo etico e sostenibile, non è sufficiente la sola dicitura di cotone organico o biologico.

Per verificare la qualità della lana, invece, bisogna prestare attenzione al diametro della fibra di cui è fatta. Quelle più grosse sono impiegate per realizzare tappeti e cappotti, mentre quelle più fini e delicate si utilizzano per i capi più pregiati e costosi. La lana migliore è quella elastica, senza nodi o fili sciolti, e soprattutto quella che non fa pilling, ovvero quella fastidiosa sensazione dovuta alla comparsa di peluria e piccoli pallini sulla fibra. La lana più pregiata in circolazione è senza dubbio quella cashmere, molto costosa perché è ottenuta dalla lavorazione della peluria soffice della capra tibetana, solitamente allevata in Cina, Mongolia, Himalaya e India.

La seta è sinonimo di bellezza ed eleganza. In commercio ne esistono di diversi tipi, tutti molto costosi perché il processo di lavorazione ha dei costi elevati. Inoltre, non bisogna confondere la seta con il raso: la prima è un tessuto naturale, mentre il raso è una lavorazione del tessuto. La produzione della seta ha un basso impatto ambientale e viene ottenuta dalla lavorazione della bava del baco da seta. Il tessuto finito appare lucido, liscio e cangiante, perfetto per confezionare abiti raffinati e per accompagnare le forme di chi li indossa. Esistono anche varianti della seta più opache, anche se nell’immaginario collettivo è nota per il suo aspetto lucido. La qualità della seta si riconosce al tatto: si scalda se la strofini tra le dita e il colore non è mai uniforme considerando la differenza tra i diversi bachi.

Dall’unione di seta e cotone può nascere uno dei tessuti più sontuosi in assoluto: il velluto. Le fibre vengono pettinate e trattate fino ad ottenere quell’aspetto brillante e particolare al tatto che tutti noi conosciamo. Il velluto è la quintessenza del lusso ed è perfetto per realizzare capi da utilizzare prevalentemente durante la stagione invernale.

Fibre sintetiche naturali

Le fibre sintetiche, solitamente poco apprezzate, possono essere anch’esse di derivazione naturale oppure artificiale. La viscosa, ad esempio, è una fibra sintetica di origine naturale che proviene dalla lavorazione della cellulosa di piante come l’eucalipto, il tiglio o il bambù. I tessuti in viscosa vantano proprietà traspiranti, sono resistenti e morbidi. La viscosa combina le migliori proprietà delle fibre naturali: l’aspetto del cotone delicato sulla pelle e la sensazione al tatto della seta pregiata.