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Diversamente C.H.E.F.: Fiori di loto al pesto di rosa con mandorle

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La rosa per un tocco di colore estivo ai nostri piatti

L’utilizzo delle rose in cucina è entrato ormai a far parte della tradizione gastronomica italiana e, diversamente da quanto avveniva fino a qualche anno fa, non viene considerato più come una stravaganza da chef emergente in cerca di visibilità. Né tantomeno come un ingrediente da usare prevalentemente nella preparazione di thè e tisane.

Grazie infatti alle antiche tradizioni e alle abitudini alimentari millenarie arrivate dalla lontana Asia centrale diversi secoli fa, soprattutto in seguito ai traffici marittimi legati a Genova e Venezia, la rosa entra a far parte a pieno titolo della gastronomia della penisola. Le prime testimonianze sull’uso della rosa in cucina si ritrovano già in alcuni testi di gastronomia del XVII secolo che esaltano l’alta qualità delle conserve di rosa, ritenute all’epoca tra le migliori del mondo. La nostra ricetta nasce come un piccolo tributo al ruolo di crocevia di gusti e culture che da sempre ha caratterizzato il capoluogo ligure. Un punto di incontro che da un lato ha nel classico pesto alla genovese uno dei suoi punti di forza, tra i più apprezzati in tutto il mondo, e dall’altro proprio l’utilizzo dello rose in cucina approdato nella repubblica marinara dalla lontana Costantinopoli.

Foto: Ufficio stampa

Questi due elementi costituiscono un mix ideale per creare un pesto ai petali di rosa che per un ideale accostamento “botanico” abbiamo abbinato ai fiori di loto, un formato speciale di pasta sagomato a forma di fiore realizzato con semola di grano duro rimacinata. Presupposto essenziale per la creazione di questa ricetta è la scelta delle rose, fondamentale sia per la perfetta riuscita della preparazione che per assicurare la massime garanzia dal punto di vista igienico-sanitario; non avendo a disposizione rose naturali, come ad esempio quelle appena colte dal proprio giardino, è indispensabile utilizzare esclusivamente petali di rose provenienti dall’agricoltura biologica, coltivate senza alcun utilizzo di sostanze contaminanti (o tossiche) potenzialmente dannose per la salute.

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