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Castello di Querceto: alla scoperta del territorio del Chianti Classico

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L’espressione di un territorio attraverso il timbro del Sangiovese

Il territorio del Chianti Classico è di una bellezza incontaminata, grazie alla sinuosità delle verdi colline coperte da vigneti, oliveti e folti boschi, ai romantici casali ed alle cascine, ai pittoreschi e remoti borghi medioevali. Un legame antico con il territorio, attenti studi sui suoli della tenuta, la ricerca del Sangiovese più tipico, che arriva dalle vigne più alte e fresche di Greve in Chianti, si declina in un Chianti Classico e un Chianti Classico Riserva fortemente territoriali, su cui l’azienda sta lavorando per ottenere un’interpretazione ancora più profonda dei propri vigneti. Queste colline abbracciano il Castello di Querceto, che grazie al particolare clima, si presentano con una varietà di colori e di vegetazione in maniera armonica.

 

Foto: Ufficio stampa

 

Castello di Querceto: un inconfondibile rappresentazione del territorio

Un tempo il castello si ergeva per difendere la zona circostante, su una delle principali arterie di epoca romana, la via Cassia Imperiale, che fu costruita dall’Imperatore Adriano nel 123 d.C.; oggi, incorniciato dal verde dei boschi e delle colline tipiche del Chianti, protegge come un bene prezioso il patrimonio delle sue vigne e dei suoi oliveti, che si sviluppano sui versanti della valle di Dudda, dal passo del Sugame, verso Lucolena ed il monte San Michele.
L’attuale Castello fu ricostruito nel XVI secolo, dopo la distruzione dell’edificio medievale originale grazie alla famiglia Canigiani, proprietaria al tempo della struttura. Successivamente fu acquistato dalla famiglia Pitti, che lo utilizzava come residenza di campagna. Dal 1897 è di proprietà della famiglia François ed oggi Castello di Querceto è una delle realtà più antiche del Chianti Classico e tra le aziende fondatrici del Consorzio nel 1924.

 

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E intorno alle torri merlate, che dominano le colline di Greve in Chianti, si estendono i 65 ettari di vigne di proprietà, all’insegna della biodiversità, tra i 400 e i 520 m slm, coltivate a cordone speronato e guyot. “L’idea – spiega il produttore Alessandro François – è tradurre anno dopo anno, con sempre maggior profondità e con minori interventi possibili in cantina, l’identità del nostro territorio attraverso il timbro inconfondibile del nostro Sangiovese”. Una ricerca progressiva che oggi si concretizza sulle bottiglie, vestite con una nuova etichetta dove il profilo del castello è tratteggiato in maniera essenziale e fiabesca al tempo stesso. Nella collezione aziendale si contano quattro Chianti Classico, da quest’anno sul mercato con una nuova veste grafica: Chianti Classico e Riserva insieme ai due Chianti Classico Gran Selezione “Il Picchio” e “La Corte”.

 

Foto: Ufficio stampa

 

Il Chianti Classico DOCG 2019 nasce dall’unione di un Sangiovese circa 90% e complementari autoctoni provenienti da vigneti a 400-450 mt., di altitudine su un suolo formato da scisti policromi. L’inverno secco con temperature miti, le abbondanti piogge di aprile e maggio hanno prodotto importanti riserve idriche, ma l’estate soleggiata ha favorito il regolare sviluppo e l’equilibrio dei grappoli. Con il clima favorevole di settembre ed ottobre si è ottenuto una vendemmia di grande qualità. Alla fermentazione in acciaio e la maturazione di 6 mesi in legno, è stato aggiunto un affinamento in bottiglia di almeno 2 mesi. Bel colore rosso rubino brillante, al naso esprime profumi intensi di frutti rossi, ciliegie e prugne, note speziate ed erbe aromatiche. Al palato è elegante con una bella acidità e dei tannini ben amalgamati con un finale dal retrogusto fruttato  e di buona persistenza.

Il Chianti Classico Riserva DOCG 2018, invece, è un Sangiovese circa 90% e complementari autoctoni provenienti da vigneti a 350-500 mt. Di altitudine su un suolo formato da scisti policromi. L’annata 2018 ha sostenuto un inverno freddo, con una primavera mite, e un’estate soleggiata che ha permesso un buon completamento della maturazione dell’uva. La Fermentazione è avvenuta a temperatura controllata con una maturazione in legno per 12 mesi e l’affinamento inbottiglia per 3 mesi. Rosso rubino pieno, all’esame olfattivo mostra un bagaglio aromatico con pregevoli sensazioni balsamiche, profumi ampi e complessi di frutta rossa e floreali, in evidenza la componente speziata, liquirizia e caffè. La parte gustativa, è di buona struttura con tannini vellutati ben integrati con un finale ben equilibrato e di lunga persistenza.

 

Manlio Giustiniani

 

Foto: Ufficio stampa

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