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“Citri et Aurea”: Giardino di Boboli con Museo di Wilanòw

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Al via il progetto che intende valorizzare le collezioni storiche di agrumi custoditi dalle due istituzioni museali

 

Parte da Firenze il progetto “Citri et Aurea” che intende valorizzare le collezioni storiche di agrumi presenti nelle botaniche delle due istituzioni museali. Il progetto partito in questi giorni con la visita a Firenze di tre specialisti polacchi, porterà all’approfondimento della conoscenza delle relazioni italo-polacche connesse al giardinaggio ed allo scambio di conoscenze e buone pratiche inerenti la creazione di una collezione di agrumi e il suo successivo mantenimento, il Giardino di Boboli e il Museo del Palazzo del Re Jan III a Wilanów collaboreranno per valorizzare il proprio patrimonio.

 

Siamo felici di essere partner strategici di questo progetto che vede rafforzati i legami tra Firenze e la Polonia. Grazie all’impegno del Granduca prima e dei giardinieri di Boboli nei secoli possiamo vantare un patrimonio botanico eccezionale. Così come avvenne già alla corte del Granduca Cosimo III proseguono le collaborazioni fra la Toscana e la Polonia per accrescere e preservare sempre di più il Giardino di Boboli e le sue piante che ne hanno scritto la storia

-Eike Schmidt (direttore delle Gallerie degli Uffizi)

 

 

Il Giardino di Boboli vanta una collezione botanica straordinaria e unica al mondo, con oltre 500 vasi di agrumi di circa 90 varietà diverse. Oltre una ventina di queste sono antiche varietà medicee. La collezione di agrumi di Boboli è una delle più importanti in Europa a livello botanico avviata dallo stesso Cosimo I nel ‘500. 

Giunto con il tempo all’ampiezza di circa 30mila metri quadrati, furono i Medici per primi, dal 1500, a curare la sistemazione di Boboli, creando il modello di giardino all’italiana che divenne esemplare per molte corti europee. La vasta superficie verde suddivisa in modo regolare, costituisce un vero e proprio museo all’aperto, popolato di statue antiche e rinascimentali, ornato di grotte, prima fra tutte quella celeberrima realizzata da Bernardo Buontalenti, e di grandi fontane, come quella del Nettuno e dell’Oceano. Le successive dinastie Lorena e Savoia ne arricchirono ulteriormente l’assetto, ampliandone i confini che costeggiano le antiche mura cittadine fino a Porta Romana.

 

 

Il progetto Citri et Aurea prende vita partendo proprio da un episodio storico di grande importanza per la nascita delle collezioni botaniche del museo polacco di Wilanów. A seguito della battaglia di Vienna del 1683 e dei fecondi rapporti venutisi a creare fra la Toscana e la Polonia, tra la corte medicea del Granduca Cosimo III e la corte del re Giovanni III, nel 1684 otto casse di piante partirono alla volta di Varsavia.

Nelle casse, fra le specie elencate dalle fonti storiche, sono da ricordare: il limone lumia o Pomo di Adamo, l’albero di pesco ed il fico comune, il ciliegio bianco, l’Asparago di Pescia, il fico brogiotto. Oltre alle piante richieste dal sovrano polacco, altre furono aggiunte su espresso consiglio del giardiniere del re inoltre, per preservare le piante durante il lungo viaggio e per dare consigli sulla loro corretta coltivazione all’arrivo in Polonia, un giardiniere italiano fu inviato da Firenze a Wilanów.

 

 

Nel secolo XVI i giardini venivano associati all’età d’oro e, nello specifico, all’undicesima delle dodici fatiche di Ercole: narra il mito che Ercole si trova a affrontare la sfida di rubare le tre mele d’oro dal frutteto delle ninfe Esperidi, dall’ubicazione sconosciuta. Ercole, dopo lungo peregrinare, riesce infine a farsi consegnare i pomi dal titano Atlante, l’unico a conoscere il luogo in cui si trovavano i preziosi frutti.

Nei molti giardini che adornavano i loro palazzi e ville, i Medici fecero ampia citazione, nelle fontane come nei complessi scultorei, del mito di Ercole, associando le virtù del mitico eroe e le doti di forza combinata alla sagacia alla propria dinastia. In particolare, gli agrumi diventarono un importante presenza simbolica all’interno dei giardini, perché appunto immediatamente associabili, per forma e colore, alle mele d’oro delle Esperidi. Questo motivo, dai giardini di Firenze e della Toscana, si diffuse poi in tutta Europa, dando forma alla creazione di straordinarie collezioni di agrumi.

 

 

Il re Jan III fu fregiato del titolo di “Ercole Polacco” per tutto il suo regno, appunto per il continuo riferimento al l’eroe e alla iconografia collegata al mito delle Esperidi, come testimoniano la sua residenza estiva a Wilanów, le decorazioni del palazzo ed il circostante giardino barocco. Gli architetti ed i giardinieri di corte crearono qui un vero e proprio paradiso di agrumi che assieme al gruppo di statue serviva programmaticamente a glorificare la figura del sovrano. Nel corso dei secoli, le collezioni reali andarono purtroppo progressivamente disperdendosi.

“Il regno del re Jan III – commenta il direttore del Museo del Palazzo di Wilanów, Paweł Jaskanis – fu un periodo di rinascita delle relazioni artistiche e scientifiche polacco-fiorentine. Dalla ricca corrispondenza tra la corte di Sobieski e Medici, emerge un’altra area di relazioni: i giardini. Grazie alla gentilezza e all’amicizia di Cosimo III, il re polacco ottenne numerose piante esotiche, tra cui agrumi, che decorarono la sua nuova residenza a Wilanów. Più di 300 anni dopo questi eventi, il Museo del Palazzo del Re Jan III a Wilanów, in collaborazione con la Galleria degli Uffizi (Giardino di Boboli), ricostruisce la collezione storica di alberi di agrumi”.

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