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Post Covid19: Perugia e l’Umbria ripartono dalla bellezza

Un video per mostrare all’Italia e al mondo tutta la bellezza che la città può offrire

#LaBellezzaCiAspetta, è questo lo slogan con cui la città di Perugia riparte. Lo fa con un video che ne ritrae i principali tesori, custoditi nel corso dei secoli: dai monumenti simbolo alle due Università. Da Palazzo dei Priori a San Bevignate, una delle strutture Templari più importanti d’Europa. A fare da sottofondo la scelta di una musica speciale, che desse un senso di speranza e di ripartenza: non è un caso che sia proprio la colonna sonora del film La Vita è bella.

Chi viene in Umbria può trovare ancora un’alta qualità della vita e, potremmo dire, respirare qualcosa di antico

-Leonardo Varasano, Assessore alla Cultura del Comune di Perugia

 

Sulla soglia della Fase 2, l’Italia cerca timidamente di prepararsi a ripartire. Deve farlo in nome della sua storia secolare, delle bellezze che custodisce e di quella sapienza che la rendono da sempre una delle mete predilette del turismo internazionale. Nel suo piccolo è ciò che si propone la città di Perugia, insieme a tutta l’Umbria: regalare al nostro popolo una nuova consapevolezza, che permetta di apprezzare ciò che si ha.

Abbiamo parlato delle speranze per il futuro con Leonardo Varasano, assessore alla Cultura del Comune di Perugia. Dal suo team è nata l’idea della creazione di un video promozionale che mostrasse le bellezze della città, nella loro forma più pura e scarna: una città vuota, forse proprio per questo ancora più bella. Ma, nonostante questo, la speranza è quella di riempire questa bellezza il prima possibile, così come recita l’hashtag lanciato per la nuova campagna social: #riempiamolabellezza.

 

“Confidiamo di ripartire il prima possibile, considerato anche il fatto che abbiamo avuto un numero ristretto di casi di contagio. Per questo abbiamo voluto proporre all’Italia e al mondo questa bellezza, come veicolo promozionale della nostra città” ha spiegato Varasano. “L’ordine di promozione in questo caso va dal piccolo al grande: dai nostri concittadini, alle regioni vicine e a tutti gli italiani, per arrivare infine agli stranieri. Siamo consapevoli del fatto che per il momento sia giusto parlare agli italiani, ma l’obiettivo è anche quello di far venire in prospettiva il desiderio di Perugia e dell’Umbria di nuovo agli stranieri. Dal piccolo al grande”.

Nella situazione attuale è naturale parlare di un ritorno al locale e al nazionale, nella speranza di poter tornare a muoverci presto. L’importante è non commettere l’errore di interpretare ciò in maniera retriva e nazionalista: si tratta semplicemente di guardare a quello che si ha con una maggiore consapevolezza. L’Italia è ricchissima di bellezze culturali, storiche e paesaggistiche, troppo spesso dimenticate o date per scontate. Forse sarà proprio questa l’occasione per riscoprirle, senza per questo smettere di cercare un continuo confronto con altre culture e realtà.

 

“In Umbria non c’è una sola bellezza, ci sono tante bellezze: paesaggistiche, storiche e culturali, tutte molto vicine fra loro. In pochi giorni si possono visitare Perugia, Gubbio, Todi, Assisi; o ancora la val Nerina, dove sta iniziando la fioritura delle lenticchia alla Piana di Castelluccio. L’Acropoli, la Fontana Maggiore, i musei civici, Palazzo della Penna. Una volta imparata a conoscere Perugia, ci si potrà spostare ad Assisi, o a Gubbio, dove ammirare la piazza pensile e il Palazzo dei Consoli. In una settimana è possibile visitare buona parte dell’Umbria e coglierne l’essenza. Inoltre la qualità della vita che si può respirare anche in soli due o tre giorni è ancora molto elevata”.

È stata probabilmente questa stessa misura d’uomo a preservare in parte la regione dal virus. L’Umbria ha tante qualità anche anche diversi limiti: ad esempio rimane isolata rispetto alle principali vie di comunicazione. Se di solito ciò rappresenta un elemento di svantaggio, in questo caso si è rivelato provvidenziale. La volontà di ripartire è molto forte, sicuramente con una nuova e più forte consapevolezza.

Beatrice Anfossi

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