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Estate senza cattivi odori, con il tritarifiuti domestico

Una soluzione pratica e sostenibile al problema dei rifiuti organici e dei cattivi odori

La bella stagione si sta avvicinando e con essa la voglia di cene con gli amici all’aria aperta – sempre nel rispetto delle norme anti Covid19 – ma anche di frutta fresca e gustose insalate. Estate significa ovviamente caldo e si sa, con il caldo il problema dei rifiuti organici si fa ancora più complicato. Per contrastare i cattivi odori che molto spesso si creano, esistono ovviamente i classici rimedi della nonna, come bucce di limone, aceto e bicarbonato. Ma un’alternativa ancora più efficace potrebbe essere quella di affidarsi a un tritarifiuti domestico.

Una tecnologia semplice e rispettosa dell’ambiente, che agisca direttamente alla radice del problema. È l’idea alla base del tritarifiuti domestico per alimenti ideato dalla multinazionale americana InSinkErator. Un modo per semplificare la vita in cucina, combinando praticità, tecnologia e soprattutto sostenibilità, un tema che negli corso degli ultimi anni è diventato sempre più attuale.

 

Sono vari i modelli, adatti a esigenze diverse a seconda della composizione del nucleo familiare. Posizionato comodamente sotto il lavello e integrato con facilità e discrezione, il tritarifiuti domestico permette di eliminare ogni tipo di avanzo organico direttamente nel lavandino. Nessun processo chimico e nessuna lama, solo dei movimenti rotatori ad altissima velocità di un anello di macinazione che sminuzza in parti finissime questi alimenti fino al raggiungimento di uno stadio semi liquido che ne permette l’eliminazione fra le acque chiare. Basta premere un pulsante e la meccanica farà il resto, in modo sicuro e silenzioso. Il sacchetto dell’umido da buttare ogni sera e i cattivi odori diventano così un lontano ricordo. Anche la pulizia del tritarifiuti domestico è semplicissima, è sufficiente gettarvi dentro mezzo limone e il gioco è fatto.

Resta il fatto che alla tecnologia deve accompagnarsi il buon senso. Lo spreco di cibo non solo produce inquinamento ma impoverisce un pianeta dove la distribuzione delle risorse è già di per sé iniqua. L’Onu infatti ha rivelato che ogni anno vengono buttati 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti. Proprio nelle cucine di casa si concentra la fetta più ampia di generi alimentari che finiscono dal carrello della spesa direttamente nella spazzatura.

Anche in questo caso esistono dei trucchi da seguire per evitare che il cibo si deteriori troppo rapidamente. Ad esempio alcuni frutti, come la banana, l’avocado e la pesca, rilasciano gas etilene, che fa sì che gli alimenti circostanti maturino più in fretta. Per questo è opportuno tenerli separati. Al contrario le mele possono aiutare le patate a durare più a lungo, evitando la formazione di germogli. In generale è importante cercare di fare acquisti consapevoli, senza strafare e prestando attenzione alla stagionalità. A tutto il resto ci pensa il tritarifiuti domestico.

Beatrice Anfossi 

 

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