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Mirta, il Made in Italy conquista gli stranieri

Gli asiatici sono i più sensibili allo stile italiano, mentre crescono le vendite negli USA


Mirta è la piattaforma di eCommerce che supporta gli artigiani italiani e ne promuove i prodotti all’estero. Dopo un confronto con i dati di vendita pre e post lockdown, sono stati rivelati quali sono i mercati esteri in cui il fascino del Made in Italy continua a registrare risultati di rilievo, oltre alle diverse preferenze di prodotto. Secondo le indagini, sebbene la pandemia abbia influito sulle esportazioni un po’ in tutti i settori, lo stile Mirta Made in Italy rimane un vero e proprio traino per il commercio italiano.

La componente umana è stata quella che ci ha permesso di andare avanti e di fronteggiare al meglio l’emergenza Covid. Il bello di Mirta è proprio ciò che avviene dopo la fase d’acquisto. Nella fase di lockdown i clienti hanno avuto modo di vedere tutto il “dietro le quinte” del processo produttivo, ricevendo foto e video che li tenessero costantemente sulle fasi di produzione e conoscendo così tutta l’esperienza che si cela dietro il prodotto acquistato
– Martina Capriotti, co-fondatrice di Mirta

Foto: modello Opera

 

Infatti grazie al digitale, la piattaforma apre le porte delle botteghe artigiane italiane ai clienti di tutto il mondo, creando un collegamento diretto tra produttore e cliente finale, senza alcun intermediario, mettendo al centro le creazioni, il valore e la firma di ciascun artigiano. In questo modo i clienti internazionali possono acquistare prodotti italiani autentici e conoscere la storia di chi li ha realizzati, secondo quali tecniche e con quali materiali. In passato la fascinazione per l’Oriente aveva colpito tutta l’Europa: tra i prodotti che venivano dall’Asia la seta era un materiale di lusso, oggetto del desiderio di tutti. Nell’Alta Moda di inizio Novecento gli stilisti che subirono maggiormente il fascino d’Oriente furono Paul Poiret e Mariano Fortuny. In tempi più recenti il marchio italiano Etro ha scelto il paisley come simbolo identitario, un motivo vegetale a forma di goccia che affonda le sue origini nelle montagne del Kashmir.

Ora si sono invertiti i ruoli ed è l’Estremo Oriente ad essere vittima del fascino del Made in Italy. Il lusso italiano è apprezzato in tutto il mondo, ma i clienti più sensibili allo stile italiano sembrano essere i paesi asiatici. Da febbraio a maggio 2020, Giappone, Corea del Sud e Hong Kong sono i mercati esteri in cui le vendite sulla piattaforma hanno registrato crescite maggiori. Nel solo mese di maggio, le vendite effettuate dal paese del Sol Levante hanno visto un aumento del 240% rispetto al mese precedente. Buone le performance di Mirta Made in Italy anche nei paesi occidentali, che vedono gli Stati Uniti, in costante crescita (a maggio +197%).

Foto: modello Posillipo Gaiola

 

È interessante notare che ogni paese ha precise preferenze di prodotto. Se infatti Hong Kong e Singapore optano per il modello Posillipo Gaiola realizzato dalla bottega artigiana Plinio Visonà, negli Stati Uniti primeggiano i modelli Opera di Boldrini Selleria e Zelia di Claudia Firenze. In Corea del Sud primeggia Sara realizzato dalle sapienti mani della Pelletteria Viviani. Un buon risultato quindi, nonostante l’emergenza attraversata non solo dal nostro paese, ma dal mondo intero. A questo proposito Ciro Di Lanno, co-fondatore di Mirta, confessa di aver temuto il peggio, ma l’obiettivo di accorciare le distanze e far incontrare virtualmente i clienti internazionali con gli artigiani, portandoli nelle loro botteghe, li ha premiati con le vendite.

B.A.

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