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La lampada in vetro soffiato “Jube” vince il prestigioso IF Design Award

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Lampada Jube, frutto della profonda conoscenza di maestrie acquisite in secoli di storia

Il 2019 incomincia nel migliore dei modi per Vistosi e Favaretto&Partners: dopo essersi aggiudicati, con la lampada Sata, un Red Dot, un German Design Award e un Good Design Award, hanno aggiunto alla collezione delle onorificenze un altro prestigioso premio con la collezione Jube. Si tratta del IF Design Award, competizione promossa dall’organizzazione indipendente per il design più antica del mondo, l’IF International Forum Design GmbH di Hannover.

Francesco Favaretto: “Questo premio è un riconoscimento molto tecnico in quanto viene valutata non solo l’estetica del prodotto ma soprattutto la funzionalità, il grado di innovazione nel procedimento costruttivo, la cosiddetta “production efficiency” (…) Jube è una lampada in vetro soffiato, la cui realizzazione non può prescindere dalla profonda conoscenza di maestrie acquisite in secoli di storia e ad oggi patrimonio di pochissimi e che pertanto per cui rimane comunque simbolo di un’arte antichissima, che solo in parte non può essere delegata alle macchine e alla tecnologia”.

Grande soddisfazione per il direttore generale di Vistosi, Matteo Moretti, e per i Designer Paolo e Francesco Favaretto che rafforzano ulteriormente una collaborazione prolifica e di conclamato successo. “Questo premio” spiega Francesco Favaretto “è un riconoscimento molto tecnico in quanto viene valutata non solo l’estetica del prodotto ma soprattutto la funzionalità, il grado di innovazione nel procedimento costruttivo, la cosiddetta “production efficiency” e il suo posizionamento nel mercato. Per queste ragioni non è comune né scontato che una lampada decorativa si possa aggiudicare questo premio: Jube è una lampada in vetro soffiato, la cui realizzazione non può prescindere dalla profonda conoscenza di maestrie acquisite in secoli di storia e ad oggi patrimonio di pochissimi e che pertanto per cui rimane comunque simbolo di un’arte antichissima, che solo in parte non può essere delegata alle macchine e alla tecnologia”.

“A maggior ragione” commenta invece Matteo Moretti “questo premio è motivo di soddisfazione per Vistosi, che in perfetta coerenza con la sua storia centenaria, ha saputo conservare e preservare quelle qualità di industria artigiana che poche aziende al mondo possono vantare. La capacità dell’azienda di innovare con le più avanzate tecnologie una parte dei processi (aumentando i volumi e diminuendo gli sprechi) non ha scalfito il vero valore di ogni singolo prodotto creato in vetreria: soffiati a bocca dai maestri vetrai, sono tutti per definizione pezzi uni-
ci”. Jube è una collezione fortemente voluta da Vistosi e pensata per soddisfare tanto il mondo contract quanto per il retail: essenziale, sinuosa e delicata, nasce dall’unione di due vetri soffiati che, una volta assemblati, danno vita a un gioco di sovrapposizioni e creano un effetto tono su tono dal fascino retrò. Grazie a un potente waterjet, che permette di effettuare sul vetro fori di diametri molto grandi, si integra al meglio la fusione dei due vetri, facendoli apparire come un pezzo unico. La sorgente luminosa a led è alloggiata all’interno della struttura metallica dorata, che trova posto nell’ elemento inferiore di colore bianco mentre, l’elemento superiore, di vetro trasparente, è disponibile in quattro colori: cristallo, verde antico, fumé e terra bruciata. Per ambienti più minimal è disponibile anche la versione ad un solo vetro.

La storia di Vistosi affonda le sue radici nel sedicesimo secolo quando il nome del capostipite, Vincenzo Gazzabin, compare per la prima volta nei registri dell’arte vetraria muranese. Il nome “Vistosi” fa la sua comparsa poco dopo, come soprannome di un erede della vetreria Gazzabin. Sotto la guida di Gino e Luciano Vistosi l’azienda inizia a concentrarsi nella produzione di articoli per l’illuminazione e avvia una proficua collaborazione con i designer dell’epoca: da Gae Aulenti a Ettore Sottsass, da Vico Magisteretti ad Angelo Mangiarotti.
Il 1989 è l’anno in cui Giancarlo Moretti, imprenditore muranese da tempo attivo nel settore, rileva l’azienda dando vita a Vetreria Vistosi. Sarà opera di Matteo Moretti, figlio di Giancarlo, il rilancio del marchio: a una profonda riorganizzazione produttiva e commerciale vengono affiancate nuove importanti collaborazioni con disegnatori e creativi: Chiaramonte e Marin, Michele De Lucchi, Mauro Olivieri sono alcuni di loro. La Vetreria Vistosi è una vera e propria industria artigianale le cui tecniche produttive e decorative ne fanno oggi uno dei più competitivi player sul mercato.

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