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Pinocchio nei costumi di Massimo Cantini Parrini

A Prato una mostra dedicata al pluripremiato costumista cinematografico

Dal 21 dicembre 2019 al 22 marzo 2020 si tiene, presso il Museo del Tessuto di Prato, una mostra che presenta in anteprima assoluta l’ultimo straordinario lavoro di Massimo Cantini Parrini: oltre 30 costumi realizzati per il film “Pinocchio” di Matteo Garrone, uscito nelle sale il 19 dicembre scorso e interpretato da un cast d’eccezione: Roberto Benigni nei panni di Geppetto, Gigi Proietti di Mangiafuoco, Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini rispettivamente in quelli del Gatto e della Volpe.

La forza di rendere visibile l’invisibile, anzi addirittura l’inesistente, la dimostra tutti i giorni un capo di vestiario ben fatto
-Robert Musil

Foto: Ufficio Stampa

Il percorso della mostra è articolato in due sezioni: la prima dedicata al costumista, alle sue fonti d’ispirazione, al suo lavoro creativo e sul set, la seconda ai costumi del film, accompagnati da immagini tratte dalla pellicola, dalla riproduzione delle scenografie e da alcuni oggetti di scena.

Foto: Ufficio Stampa

La prima sezione permette al visitatore di entrare nel mondo dello straordinario costumista: un grande video riporta stralci di interviste in cui Cantini Parrini racconta il suo vastissimo archivio, con alcuni frame tratti dal backstage delle riprese del film “Pinocchio”. Un’intera parete è inoltre dedicata ai bozzetti realizzati per la pellicola, composti con un interessante mix di tecniche manuali, documentazione fotografica e ritocco digitale. Una lunga pedana accoglie, infine, 7 capi d’abbigliamento storici, provenienti dalla collezione personale del costumista e utilizzati come fonte di ispirazione per la progettazione dei diversi costumi del film.

Foto: Ufficio Stampa

La seconda sezione rappresenta un tributo al film considerato l’evento cinematografico dell’anno, portando in esposizione i 32 costumi realizzati da Massimo Cantini Parrini per vestire i principali personaggi del film: il costume di Geppetto, del Grillo Parlante, di Mangiafuoco, della Fata Turchina, della Lumaca, solo per citarne alcuni. L’idea di esporre i costumi del film in simultanea con la sua uscita nelle sale cinematografiche è un’assoluta innovazione in campo museale, resa possibile grazie alla collaborazione del costumista, del regista, della produzione e della distribuzione del film.

Foto: Ufficio Stampa

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