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Before Venice, tra natura e archeologia per scoprire una storia millenaria

Un nuovo modo per conoscere il territorio dei colli Euganei della Bassa Padovana

A partire dai Veneti Antichi e fino ai giorni nostri la storia delle terre che si estendono tra i Colli Euganei e il fiume Adige è stata fortemente caratterizzata dallo stretto rapporto tra l’uomo e l’ambiente circostante, così come indissolubilmente legata alla presenza dell’acqua, che, spesso, ne ha influenzato vicende e sorti. Fu l’arrivo dei Veneziani a partire dal XV secolo a rivoluzionare il paesaggio con importanti interventi di bonifica. “Before Venice”, uno dei temi adottati dal GAL Patavino per raccontare quest’area, affonda, quindi, le sue radici in questa storia millenaria, ma evoca anche lo stretto legame che ancora oggi esiste tra Venezia e la terraferma.

È una città che dà una sensazione incredibile e strana allo stesso tempo, non so davvero perché. Ma mi piace moltissimo.
(Shannyn Sossamon)

In questa passeggiata nell’area a sud della provincia di Padova alla scoperta della storia più antica di questi territori, partiamo dalla pianura, la Bassa Padovana, che accoglie oggi il visitatore con un paesaggio essenzialmente rurale in cui ville, chiese e oratori, testimoni dell’impronta umana, si inseriscono in un’ampia e armoniosa campagna attraversata da innumerevoli fiumi e canali, proprio a testimonianza del secolare rapporto tra queste terre e l’acqua.

La prima tappa è ad Anguillara Veneta, un paese disteso lungo il corso del fiume Adige dal quale affiorano, nei periodi di magra, i resti del castello di Borgoforte risalente al XIV secolo e il cui nome è quasi certamente da mettere in relazione alla pesca delle anguille. Le più antiche testimonianze di insediamenti umani nel territorio risalgono alla preistoria, mentre di epoca romana è probabilmente un frammento di edicola funeraria oggi visibile sul lato sinistro della piccola chiesetta del Capitello, che custodisce un’antica e preziosa statua marmorea, veneratissima in paese, che rappresenta la Madonna.

Ci muoviamo seguendo uno degli itinerari di Frigus, una rete nata per promuovere il sistema di accoglienza di queste campagne. Facciamo una breve tappa a Bagnoli di Sopra, il cui nome deriva da “balneoli”, ossia acquitrini, oggi famosa per il suo vino Friularo D.O.C.G., ma anche per la sua tradizione vitivinicola millenaria, già ampiamente presente e documentata nel periodo romano per arrivare a Cartura, dove al confine con la vicina Pernumia, è stata rinvenuta una pietra di forma ovale risalente al VI secolo a.C. con un’iscrizione venetica a carattere funerario di notevole complessità, che rappresenta ancora oggi un unicum sia come tipologia di oggetto sia come testo. 

Lungo il percorso, ad Agna e Conselve, passava l’antico tracciato della Via Annia voluta nel II secolo a.C. da un magistrato romano appartenente all’omonima “gens” che fungeva da collegamento tra un capolinea meridionale, tuttora di incerta individuazione, e Aquileia. Ci dirigiamo ora verso il comune di Pernumia, per una visita alla chiesa arcipretale di Santa Giustina, una delle più antiche pievi della diocesi, dove nel 1998, in occasione del rifacimento del pavimento attuale, sono stati rinvenuti i resti della chiesa madre risalenti al V-VI sec. e quelli dell’antica basilica risalente al 1150 ca. Oggi, un percorso di visita creato in occasione di questi importanti rinvenimenti, ci permette di accedere agli scavi raggiungendo la zona sottostante il presbiterio e avere una visione d’insieme dall’ingresso antico.

Percorrendo l’antica via del sale e dello zucchero, la Ciclovia del Sale, una pista ciclabile di 8 km che si snoda lungo il corso del Vigenzone, arriviamo al borgo di Due Carrare, uno dei comuni del circuito Slow Tourism, altra iniziativa che ha messo a sistema e valorizzato le risorse turistiche in queste aree rurali, per scoprire Pontemanco, un piccolo borgo medievale tra gli angoli più suggestivi e affascinanti del territorio, a due passi dall’area termale. Qui si trova il più antico mulino di tutto il Nord Italia, risalente ai primi decenni del 1300, affacciato sul canale Biancolino e dichiarato di particolare interesse monumentale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Da qui raggiungiamo Montegrotto Terme dove l’area archeologica Aquae Patavianae, Parco archeologico delle Terme Euganee testimonia come le particolarissime proprietà benefiche e curative dei fanghi e delle acque termali euganee siano note da oltre duemila anni. A Montegrotto era, infatti, presente un lago di acqua termale, un luogo sacro dove già i Veneti antichi avevano eretto un santuario. Inoltre, nel sito di Viale Stazione/Via degli Scavi sono visibili ancora oggi alcuni resti di età romana relativi a un esteso complesso termale, di cui si sono conservati fino a noi tre grandi vasche con relativo sistema di adduzione e deflusso idrico, un piccolo teatro, un edificio con vasca circolare al centro e absidi laterali e altre strutture complementari.

Ci dirigiamo, infine, verso la città di Este, ultima tappa del nostro viaggio. Una città-porto fluviale, quindi, ricca di luoghi di culto e crocevia dei mercanti greci, etruschi e celtici: migliaia di reperti archeologici, oggi in gran parte conservati nelle sale del Museo Nazionalie Atestino, attestano l’esistenza di almeno tre importanti santuari situati lungo le sponde dell’Atesis, di Reitia, di Henoto e degli Alkmnoi (in età romana Dioscuri), presso i quali avvenivano abitualmente le attività di commercio e scambio, perché considerati zone franche poste sotto la protezione divina.