Search for content, post, videos

Alex Prager e il suo gusto noir alla Fondazione Sozzani

La nuova mostra “Silver Lake Drive” tra foto, film e cultura pop

La Fondazione Sozzani presenta per la prima volta in Italia la mostra “Silver Lake Drive” in cui la fotografa e regista Alex Prager unisce dieci anni di lavoro. La mostra è curata da Nathalie Herschdorfer, direttore del Musée des Beaux-Arts Le Locle in Svizzera, e sarà disponibile fino al 6 gennaio 2020. L’opera di Prager è cinematografica e trae ispirazione da ciò che la circonda, dalle esperienze personali, dalla street photography, dalla cultura pop e dai film.

 

La Fotografia è violenta: non perché mostra delle violenze, ma perché ogni volta riempie di forza la vista, e perché in essa niente può sottrarsi e neppure trasformarsi

– Roland Barthes

 

 

Gli elementi stilistici di Alex Prager richiamano i film noir, i thriller, il melodramma e i polizieschi. Le donne sono spesso le protagoniste del suo lavoro, guidate dall’emotività. Attraverso l’uso di colori saturi e di un immaginario vagamente familiare, Prager ricrea un proprio mondo in cui esplora temi oscuri in modo seducente e inquietante.

 

 

Le sue radici nascono dalla tradizione fotografica di William Eggleston, Diane Arbus e Cindy Sherman, maestri nell’arte di “congelare” un indefinibile momento del quotidiano. Il lavoro di Prager consiste in imponenti scenografie e immagini di grande formato dai colori saturi. Le sue fotografie possono essere viste come narrazioni di un singolo fotogramma che catturano storie enigmatiche definite entro i limiti della cornice. I suoi lavori sono caratterizzati dall’assenza di una narrativa lineare.

 

 

Los Angeles, dove Prager è nata, è al tempo stesso l’ispirazione e lo sfondo per molte delle sue opere, come Polyester (2007), Week-end (2010) e Compulsion (2012). Benché le sue immagini sembrino catturare istanti fugaci, sono in realtà precedute da un laborioso processo di produzione. Per il film Face in the Crowd (2013), ad esempio, Alex Prager ha impiegato una squadra di più di 150 persone, oltre a 350 comparse e a una collezione di oggetti di scena che l’artista ha raccolto per dodici anni.

 

 

Il suo film La Grande Sortie, è composto da fotografie e immagini di film girati sullo sfondo dell’Opera Bastille a Parigi. La serie conduce lo spettatore in un viaggio attraverso le emozioni che l’étoile (Émilie Cozette) percepisce durante la danza – da una fermezza al panico. Il film è un omaggio a una realtà allo stesso tempo comune e immaginaria, sempre inerente al cinema e al teatro.